LA FESTA DELLA REPUBBLICA ITALIANA
Ogni anno, il 2 Giugno viene celebrata la Festa delle Repubblica italiana, festa nazionale per eccellenza.
Dal 2000 la festa è diventata anche giorno festivo su richiesta principalmente dell’allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, su iniziativa del governo Amato.
La data vuole ricordare il primo referendum istituzionale che si tenne il 2 e il 3 Giugno 1946, con il quale i cittadini italiani furono chiamati a scegliere la futura forma di governo dello Stato, Monarchia o Repubblica, dopo la caduta del regime fascista.
Il popolo italiano venne inoltre chiamato ad eleggere i rappresentanti dell’Assemblea Costituente, organo preposto alla stesura di una Costituzione scritta.
La Monarchia ricevette 10 718 502 voti favorevoli, mentre la Repubblica 12 718 641; nacque così la Repubblica Italiana, con la conseguenza che i monarchi di casa Savoia, dopo circa 85 anni di regno, venivano esiliati.
La vittoria repubblicana vide L’Italia dividersi, infatti al Centro-Nord vinse in particolar modo la scelta repubblicana, mentre al Sud Italia vinse la Monarchia.
A Ravenna, città maggiormente repubblicana (91.2%) si contrapponeva Messina con circa l’ 85.4% dei voti favorevoli alla Monarchia.
Il referendum del 1946 viene anche ricordato perché questo fu il primo ad essere indetto a suffragio universale: finalmente anche le donne andarono alle urne e poterono votare.
Da questo momento a tutt’oggi, tutti gli uomini e le donne che abbiano compiuto la maggiore età (inizialmente 21 anni, successivamente 18 anni) hanno il potere-dovere di votare. Potere perché è una facoltà a loro attribuita, dovere perché dovrebbe essere inteso dalle persone come una sorta di impegno politico-sociale.
Il 2 Giugno festeggia quindi la nascita della nazione così come i francesi ricordano la Presa della Bastiglia il 14 Luglio di ogni anno, o come gli americani ricordano la dichiarazione d’indipendenza il 4 Luglio.
Prima che fosse dichiarata la Repubblica, festa nazionale era il primo Giugno,anniversario della concessione dello Statuto Albertino. Questo, definito anche “Legge fondamentale perpetua ed irrevocabile della Monarchia”, fu emanato dal re di Sardegna Carlo Alberto di Savoia-Carignano il 4 Marzo 1848.
Con la fondazione del Regno D’Italia, nel 1861, lo Statuto Albertino divenne la carta fondamentale della nuova nazione unita e rimase tale fino al 1946 circa.
Espressione della volontà del sovrano, lo Statuto era composto da 81 articoli, 22 dei quali volti a definire i poteri del re. Al re infatti spettava il potere esecutivo e giudiziario. Poteva poi partecipare al potere legislativo insieme al Parlamento. Il sistema di rappresentanza era bicamerale: i membri del Senato venivano nominati dal re; per quanto riguarda la Camera dei Deputati invece, a questa potevano accedervi i rappresentanti della nazione votati tramite un particolare sistema elettorale.
Lo Statuto Albertino si caratterizzava per la sua natura “flessibile”, in quanto poteva essere modificato attraverso la normale procedura parlamentare, ogni volta che si riteneva opportuno.
Ad ogni modo, può ritenersi un primo esempio di Costituzione breve.
Lo stesso giorno del referendum istituzionale, gli italiani furono chiamati anche ad eleggere i membri dell’Assemblea Costituente.
Quest’organo si occupò principalmente della stesura della nuova Costituzione. Essa però aveva anche altri compiti quali: approvare il bilancio, ratificare i vari trattati internazionali, votare la fiducia al governo, ecc.
La Costituzione della Repubblica italiana è una legge fondamentale, approvata e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale nel 1947 ed entrata in vigore dal 1° Gennaio 1948.
E’ formata da 134 articoli e divisa in 4 sezioni:
-principi fondamentali,
-diritti e doveri dei cittadini,
-articoli inerenti l’ordinamento della Repubblica,
-disposizioni transitorie e finali.
Ciò che distingue principalmente l’attuale Costituzione dallo Statuto Albertino è il fatto che essa è una costituzione rigida, cioè le sue disposizioni possono essere modificate, integrate o abrogate solo mediante procedure lunghe e complesse.
La Costituzione è inoltre lunga, votata, scritta e democratica, caratteristiche queste che la differenziano dalle costituzioni di molti altri paesi.
Ad esempio in Gran Bretagna, la Costituzione è solo in forma orale.
E’ lunga in quanto non contiene solo norme sulle fonti del diritto, ma è composta anche da diverse disposizioni in settori del “vivere civile”; è votata dai diversi rappresentanti del popolo italiano; è democratica perché attribuisce un ruolo attivo al popolo italiano.
In Italia, il 2 Giugno di ogni anno quindi, hanno luogo diverse cerimonie ufficiali per ricordare la festa della Repubblica e anche in tutte le ambasciate all’estero si tengono festeggiamenti e celebrazioni.
Nel 1948 ai Fori Imperiali di Roma si svolse la prima parata militare in onore della Repubblica Italiana.
Attualmente è prevista la deposizione di una corona d’alloro al Milite Ignoto presso l’Altare della Patria (il cosiddetto Vittoriale) a Roma e la tradizionale parata militare in presenza delle più alte cariche dello Stato e di alcuni rappresentanti dell’ONU, della NATO e dell’Unione Europea. La parata dura circa 80-90 minuti e a questa prendono parte tutte le Forze Armate (Polizia, Vigili del Fuoco, Croce Rossa Italiana..).
Nella stessa giornata vengono inoltre aperti al pubblico i giardini del Palazzo del Quirinale, sede della Presidenza della Repubblica Italiana. Tutto ciò è poi accompagnato da esecuzioni musicali.
La festa della Repubblica è sicuramente un evento che ci fa ricordare i simboli della nostra Patria.
Lo stemma della Repubblica Italiana è composto da una stella bianca a cinque punte (detta anche Stellone D’Italia) sovrapposta a una ruota dentata d’acciaio, un ramo di ulivo a sinistra e uno di quercia a destra.
Sin dall’epoca risorgimentale, la stella è la tradizionale rappresentazione simbolica dell’Italia ed è uno degli oggetti più antichi utilizzati nell’iconografia italiana. Fino al 1890 circa comparve nel grande stemma del Regno d’Italia e oggi indica inoltre l’appartenenza alle Forze Armate del nostro Paese.
La ruota dentata d’acciaio è il simbolo dell’attività lavorativa e traduce il primo articolo della Costituzione: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”.
Il ramo di ulivo vuole indicare la volontà di pace della Nazione, a livello interno ma anche per quanto riguarda un’armonia internazionale. La quercia invece, simboleggia la forza e la dignità del popolo italiano. Ad ogni modo, entrambi sono espressione delle specie arboree più presenti nel nostro Paese.
La Bandiera italiana è il Tricolore tradizionale: verde, bianco e rosso, a tre bande di uguale dimensione così come recitato all’articolo 12 della nostra Costituzione.
Il tricolore nasce nel Gennaio del 1797 a Reggio Emilia, quando il Parlamento della Repubblica Cispadana stabilisce che si renda universale la Bandiera Cispadana di tre colori.
Quando Napoleone Bonaparte attraversò L’Italia infatti, numerose repubbliche di ispirazione giacobina e molti reparti militari che affiancavano l’esercito francese adottarono, con varianti di colore, bandiere caratterizzate da tre fasce di uguali dimensioni, ispirati chiaramente al modello repubblicano francese del 1790.
Proprio i vessilli dei reggimenti della Legione Lombarda presentavano i colori bianco, rosso e verde che erano fortemente radicati nel patrimonio comune di questa regione: il bianco e il rosso erano presenti nell’antico stemma comunale di Milano, mentre il verde era la tonalità delle uniformi della Guardia Civile milanese.
L’Inno nazionale della Repubblica Italiana è il Canto degli Italiani, meglio conosciuto come Fratelli d’Italia o l’Inno di Mameli.
Scritto nel 1847 dallo studente e patriota Goffredo Mameli, allora ventenne, fu musicato a Torino poco tempo dopo.
L’inno nazionale nacque in un clima di fervore patriottico che già preludeva alla guerra contro l’Austria e fu associato alla Bandiera Tricolore poiché simboleggiavano la voglia d’indipendenza nazionale.
Tutti gli inni patriottici (tra cui l’Inno di Mameli) ebbero importanti funzioni, nel senso che contribuirono a propagandare gli ideali del Risorgimento e incitarono la popolazione all’insurrezione. I versi così immediati e la melodia impetuosa fecero dell’Inno di Mameli il canto più amato e popolare dell’unificazione.
Basti ricordare che proprio intonando l’attuale Inno d’Italia, Garibaldi “nell’impresa dei Mille” conquistò l’Italia meridionale e portò a termine la riunificazione nazionale.
L’inno accompagnò anche la Presa di Roma nel 1870, la guerra libica e naturalmente la Prima Guerra Mondiale
Fu quasi naturale quindi, che nel 1946 l’Inno di Mameli divenisse l’inno nazionale della Repubblica Italiana.
Thursday, July 1, 2010
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